Battaglie simboliche della destra come la difesa del crocifisso, l'introduzione del dialetto, il maestro unico, la stabilizzazione degli insegnanti di religione, il "bonus" per le scuole private, svelano un'ideologia pericolosa e profondamente lucida: la scuola pubblica deve essere smantellata pezzo dopo pezzo, perché la cultura e la libera conoscenza fanno paura.
Impoverire la scuola pubblica farà sì che l’istruzione non sia più per tutti ma per chi se la potrà pagare. E questo significa non solo ignorare un preciso compito istituzionale ma stravolgere la fisionomia del paese, creare nuove disparità e diseguaglianze.
Difendere la scuola pubblica vuol dire dunque pretendere investimenti sulla qualità della didattica, lottare per la stabilizzazione dei precari, mettere in sicurezza gli edifici scolastici, aumentare gli asili nido, impedire l'ingresso dei privati nelle scuole di ogni grado e negli atenei, sostenere la protesta studentesca e degli insegnanti, rilanciare l'università e la ricerca, trasformare le aule scolastiche in luoghi aperti a culture diverse, religioni diverse, saperi diversi.In Toscana, è necessario lavorare per difendere e migliorare il lavoro fatto fino ad oggi, anche attraverso il contributo del "Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale", per costruire una società della conoscenza e delle pari opportunità.
Maurizio De Santis
Nessun commento:
Posta un commento