giovedì 10 dicembre 2009

Energia alternativa

Investire nella cosiddetta green economy è, per noi di Sinistra Ecologia e Libertà, una scelta di campo, che la Toscana ha appena intrapreso e che deve essere ulteriormente incentivata.
Green economy significa riqualificazione energetica di tutte le nuove costruzioni, utilizzo massiccio delle energie rinnovabili, incentivazione al risparmio energetico, potenziamento del trasporto pubblico, valorizzazione delle produzioni locali e della filiera corta.
E significa anche la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati, fortemente legati al territorio e dunque non delocalizzabili.
Al contrario, la strada dell'energia nucleare va verso una direzione pericolosa per l'ambiente, per la salute, per la sicurezza delle popolazioni, per l'economia. Togliendo inevitabilmente risorse alle sole energie pulite, sicure e rinnovabili: le energie alternative.
Un grande piano per sostenere l'economia verde in tutta la nostra regione, particolarmente adatta a sfruttare le energie pulite, e diffondere una cultura del risparmio energetico che parta dai più elementari gesti quotidiani per arrivare alle scelte strategiche di fondo.
E' il mio impegno personale, perché ho 33 anni, sono anch'io un'energia alternativa, e il mondo lo vorrei cambiare. In meglio.
Maurizio De Santis

martedì 8 dicembre 2009

Studiare meglio, studiare tutti

L'attacco alla scuola pubblica sferrato dalla coppia Tremonti-Gelmini risponde a un disegno più ampio del governo della destra: distruggere un pilastro della nostra costituzione, uno dei pochi luoghi rimasti nel nostro Paese dove poter crescere liberamente e formarsi un pensiero critico.
Battaglie simboliche della destra come la difesa del crocifisso, l'introduzione del dialetto, il maestro unico, la stabilizzazione degli insegnanti di religione, il "bonus" per le scuole private, svelano un'ideologia pericolosa e profondamente lucida: la scuola pubblica deve essere smantellata pezzo dopo pezzo, perché la cultura e la libera conoscenza fanno paura.
Impoverire la scuola pubblica farà sì che l’istruzione non sia più per tutti ma per chi se la potrà pagare. E questo significa non solo ignorare un preciso compito istituzionale ma stravolgere la fisionomia del paese, creare nuove disparità e diseguaglianze.
Difendere la scuola pubblica vuol dire dunque pretendere investimenti sulla qualità della didattica, lottare per la stabilizzazione dei precari, mettere in sicurezza gli edifici scolastici, aumentare gli asili nido, impedire l'ingresso dei privati nelle scuole di ogni grado e negli atenei, sostenere la protesta studentesca e degli insegnanti, rilanciare l'università e la ricerca, trasformare le aule scolastiche in luoghi aperti a culture diverse, religioni diverse, saperi diversi.
In Toscana, è necessario lavorare per difendere e migliorare il lavoro fatto fino ad oggi, anche attraverso il contributo del "Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale", per costruire una società della conoscenza e delle pari opportunità.

Maurizio De Santis

lunedì 7 dicembre 2009

Acqua, bene pubblico e diritto universale

La privatizzazione dell'acqua decisa dal governo Berlusconi con il Decreto Ronchi regala al sistema di holding pubblico-private un affare da miliardi di euro e trasforma di fatto un bene comune e un diritto universale come l’acqua in una merce qualsiasi da offrire alle multinazionali del settore.
Le conseguenze, anche in Toscana, potranno essere tariffe più alte e una diminuzione consistente degli investimenti sulla rete idrica, a svantaggio innanzitutto delle fasce più deboli e meno garantite della società.
Anche in Toscana possono essere fatte scelte coraggiose a difesa di un sistema idrico pubblico, che non può essere considerato "di rilevanza economica". Basta vedere l'esperienza in alcune regioni, come la Puglia, per rendersi conto che è possibile garantire il servizio pubblico ed un oculato controllo di gestione.
Il mio impegno è per la riattivazione di una mobilitazione nella nostra regione a favore della gestione pubblica di tutti i servizi essenziali, proprio a partire dall'acqua, che deve diventare un punto qualificante del programma politico per la futura amministrazione regionale.
Il futuro scorre anche dal rubinetto. Riprendiamocelo.

Maurizio De Santis

martedì 24 novembre 2009

Perché mi candido alle primarie regionali

Perché l’Italia è un paese umiliato, dove si tagliano i fondi per la sanità, si attacca la scuola pubblica, si negano i diritti delle persone e la politica offre di sé uno squallido spettacolo.
Perché la legge elettorale della Regione non prevede le preferenze e le primarie fanno scegliere agli elettori le liste invece di consegnare tutto alle segreterie dei partiti.
Perché l’Italia è un paese vecchio, gerontocratico, bigotto e bacchettone.
Perché sinistra ecologia e libertà è un progetto politico proiettato nell’avvenire, che pensa di unire le tradizioni migliori della sinistra non per farne un recinto, un fortino, un castello da difendere, ma per mettersi in mare aperto ed ideare assieme una moderna forza di cambiamento all’altezza del tempo presente.
Perché l’acqua è un bene comune la cui pubblica proprietà, come garanzia di universale diritto all’accesso, dev’essere resa indisponibile a qualsivoglia interesse privato.
Perché nel paese dei Berlusconi, dei Bossi, dei Calderoli, di Fede, Feltri e Gabibbo c’è tanto, troppo bisogno di sinistra.
Perché la sinistra che verrà è giovane, moderna e libertaria.
Perché la gente come noi non molla mai.
Perché ho 34 anni, la cosa più importante che ho tra le mani è il futuro, non ho voglia di subirlo come un destino e sento il bisogno di contribuire a scriverlo.

Maurizio De Santis